Bottega del Bon Fresco - Bon Fresco Workshop

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Associazione Culturale Bottega del Bon Fresco Closing Quote

Where

La Bottega del Bon Fresco
Via Ser Ventura
Monachi 23/Ar
50125 - Firenze (Italia)
Tel. +39 - 055 68 13 283
Tel. +39 - 339 61 00 155
info@bottegadelbonfresco.it
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La bottega

La Bottega del Bon Fresco di Firenze

Alla bottega, intesa come struttura base per la crescita culturale e per l’attività dell’artista, si è rivolta, negli ultimi decenni, una crescente attenzione, che ha permesso di venire a conoscenza di molti elementi della situazione concreta in cui essi lavorano, e di sfatare il mito, di sapore estetico-ottocentesco, dell’artista isolato, completamente assorbito dallo sforzo della creazione.

E’ proprio dall’attenzione rivolta alle botteghe fiorentine del rinascimento, che nasce l’idea di ricreare, nella società contemporanea, una struttura analoga, con il ruolo di diventare il luogo ideale per la formazione dell’artista.

La Bottega del Bon Fresco che nasce a Firenze, dopo le tre Botteghe fondate da Massimo Callossi a Montecatini, Borgo San Lorenzo e San Giovanni Valdarno, rappresenta un vasto programma di formazione artistica che si diffonde nella citta di Firenze, per opera dello stesso maestro Massimo Callossi, il quale si pone quale efficiente "capo bottega" impegnato nella gestione di una équipe di allievi.

Testa

L'ambizioso programma della bottega è quello di fornire agli allievi tutte quelle nozioni di carattere culturale, ma anche tecnico e manuale, che sono necessarie per la formazione del pittore, ed ecco che così la bottega diventa luogo a carattere semi artigianale, dove si può, con volontà ed impegno, riuscire ad imparare un mestiere.
Si parla infatti proprio di bottega in quanto si vuole essere estranei a ogni forma di scuola di tendenza o movimento artistico e porsi semplicemente come supporto in grado di fornire ad ogni allievo quei mezzi che gli permettano di esprimere al meglio il proprio pensiero e sviluppare le proprie attitudini.

Gli allievi sono cosi chiamati ad imparare, con applicazione continuativa, la tecnica pittorica in ogni suo aspetto sotto la guida attenta del maestro.
Il "giovane allievo" deve, innanzi tutto, imparare a disegnare, essendo il disegno stesso il fondamento irrinunciabile di ogni tirocinio artistico.

La tecnica del disegno è intesa in senso lato, si inizia con l’imparare la quadrettatura, per la riproduzione delle opere dei grandi maestri, con lo studio di composizioni semplici e poi complesse, di strutture architettoniche e dell’ornato, con dipinti dedicati al paesaggio, agli animali, alle piante ed alla figura umana, con lo scopo di acquisire una padronanza del disegno come linguaggio sempre più preciso e lontano dal causale e per questo capace di diventare linguaggio comune onnicomprensibile.

Disegno

Ma la preferenza viene accordata all’esercitazione su modelli naturali, dal vero, e cosi non è difficile imbattersi, nelle nostre campagne, in gruppi di giovani pittori che si cimentano in disegni o in dipinti di paesaggi, oppure, all’interno delle botteghe, trovare gli allievi intenti nella copia di una composizione della quale viene scelto atteggiamento e collocazione.
Il disegno diventa così il mezzo indispensabile per appagare interessi e curiosità anche non strettamente pertinenti alle esigenze dell’attività pittorica (esso è fondamentale anche per diverse forme di lavoro artigianale come ad esempio per orafi, incisori, intagliatori, falegnami e fabbri, ecc.), infatti il disegno, soprattutto nella fase didattico preparatoria, implica un’ampia gamma di possibilità che vanno dallo schizzo, che testimonia uno stadio primitivo, fino all’elaborazione di un’idea, e se quest’ultima non coincide con l’esito finale, poco importa, esso rimane comunque il solo mezzo per arrivare all’opera finita.

E’ importante ricordare ciò che diceva del disegno il grande maestro Pietro Annigoni, che pur essendo un pittore del nostro tempo aveva una preparazione culturale ed altamente tecnica di tipo umanistico-rinascimentale:
" ... non so se sia novità seguire decisamente il proprio istinto, ed innanzi tutto, disegnare e disegnare, agognando di giungere a costruire con schietto carattere le parti e logica armoniosa l’insieme. Con questo scopo, nella fede di riconquistare qualcosa dell’antica meravigliosa esperienza, di quel mestiere che, purtroppo, è andato perduto, ho lavorato sodo e senza transizioni fino ad oggi, in una solitudine che a troppi giovani fa spavento. Ma tanto più sarò padrone di quei mezzi concreti che certa infatuazione poetica depreca, tanto più esprimerò il mondo lirico che vive in me e del quale non dubito ... Quello che più conta mi auguro di poterlo dire chiaramente e, il più chiaramente possibile, con matita e pennello..."
(Annigoni — “Il diario" — Il Fauno Editore — Firenze 1990).

In questa bottega, come in ogni luogo a carattere artigianale, viene data grande importanza anche alla manualità che è si una dota innata, ma che ha anch’essa bisogno di essere coltivata, perché è solo attraverso di essa, accompagnata dalla conoscenza della tecnica pittorica, che l’artista può esprimere le proprie idee.
Si comincia con l’imparare ad appuntire le matite e preparare i supporti per la pittura, siano questi cartoni telati o tele, cuocendo la colla e i gessi, e a preparare grandi tavole in legno per la realizzazione di copie e dipinti, per arrivare a conoscere, sperimentandole, le varie tecniche della pittura, e non ci si limita allo studio delle i caratteristiche d’uso e di resa dei materiali impiegati, ma alla realizzazione dei materiali stessi, dalle tempere legate con l’uovo alla maniera degli antichi, alla tempera grassa ed ai colori ad olio, fino ad arrivare a cimentarsi con la tecnica dell’affresco e quindi dello strappo.

Ed è ancora possibile riscontrare un altro elemento di affinità con le botteghe quattrocentesche infatti, così come le botteghe fiorentine erano oltre al luogo dove si formavano i giovani artisti anche il luogo di diffusione e pubblicizzazione del prodotto stesso, così alle botteghe d’arte si affiancano "gallerie" che offrono la possibilità agli allievi più promettenti di realizzare mostre ed esposizioni.